Nelle settimane precedenti abbiamo pubblicato i resoconti sull’incontro generale dei partecipanti a MCC,Corso di Conservazione dei Mosaici, un evento entusiasmante che ha riunito gli alunni di MCC in Sardegna per un workshop di un’intera giornata. Leggi la nostra relazione sulle presentazioni dei partecipanti siriani nella Sessione 1 del meeting qui.
Ora pubblichiamo la seconda sessione dell’incontro, che è stata caratterizzata dalle presentazioni di quattro ex partecipanti al corso MCC Giordania e Tunisia 2012-2013.
Dopo il ritorno dal corso, Nihad Hendawi ha scelto di concentrare il suo lavoro al Museo della Giordania sul restauro di mosaici applicati su cemento all’interno di una struttura metallica. Nel caso presentato ha rimosso i vecchi materiali di supporto dal mosaico prima di riapplicarlo su un nuovo supporto usando malta di calce. Insieme al team del museo ha sperimentato un supporto alternativo all’ Aerolam. Grazie al costo molto inferiore di questo materiale, il progetto è stato considerato sostenibile e il suo finanziamento è stato approvato dal dipartimento. Il nuovo supporto è stato realizzato applicando un pannello in fibra di vetro a una struttura in alluminio. Questo metodo è risultato non del tutto soddisfacente in quanto il pannello si è staccato parzialmente dalla struttura in alluminio qualche tempo dopo il trattamento, provocando due piccoli sollevamenti del tessellato. Il costo complessivo è stato tuttavia estremamente basso e il mosaico è ora esposto nel Museo.
Ziyad Othman ha presentato come caso di studio un recente progetto descrivendo il metodo utilizzato per staccare i pavimenti a mosaico dal loro sito originale. Dopo accurata documentazione, “tessera per tessera” e la pulitura delle superfici, le sezioni da staccare sono state velate con garze, numerate e staccate. Il retro delle sezioni è stato ripulito dalla vecchia malta manualmente e utilizzando strumenti elettrici. I frammenti sono stati poi applicati su supporti mobili.
Jamel Lazid ha illustrato il distacco dei mosaici dalla chiesa di Diacre Victor, un sito tardo bizantino nel nord ovest di Tunisi. Le operazioni di distacco, necessarie perché una strada doveva essere costruita attraverso il sito, sono state effettuate in condizioni climatiche difficili. Per poter far asciugare le tele applicate per lo stacco si è dovuto ricorrere all’uso di riscaldatori. Le operazioni di stacco sono state precedute da una documentazione dettagliata effettuata graficamente e con rilievo 1:1 su fogli di polietilene, poi trasferita su registri elettronici.
Il suo collega, Anis Ouslati, ha paragonato due casi di stacco e riapplicazione di fonti battesimali decorati a mosaico. Un fonte battesimale staccato negli anni ’70, ora esposto nel Museo di Sousse, ha presentato molti problemi durante il riassemblaggio, con il risultato che la struttura ricostruita è oggi deformata. Per evitare problemi simili, quando si è trovata a dover staccare un fonte battesimale dalla chiesa di Diacre Victor, lil team di Sousse ha deciso di rimuoverlo come un pezzo intero dopo aver protetto la superficie.
Nella discussione che ha seguito questi interventi Roberto Nardi ha sottolineato quanto le presentazioni di Anis e Jamel evidenziano chiaramente come ancora oggi sia molto importante discutere la questione della pianificazione appropriata per i lavori pubblici. In definitiva, i mosaici pagano un prezzo elevato per quello che è prima di tutto un problema politico.