La scorsa settimana il team della CCA ha avuto il piacere di partecipare alla 12a conferenza dell’ ICCM, un evento internazionale triennale che riunisce specialisti di tutto il mondo per discutere di ricerche e pratiche attuali nella conservazione dei mosaici. Si è svolto a Sassari e ad Alghero, in Sardegna, su invito della Soprintendenza per i Beni Archeologici per le Province di Sassari e Nuoro.
Professionisti provenienti da 35 paesi hanno contribuito con 41 presentazioni orali e 42 poster. Le presentazioni hanno ruotando attorno al tema del costo inteso nel suo senso più ampio: i costi monetari e quelli imposti dall’intervento sull’autenticità, i costi umani della gestione e i costi socio-politici dello scavo e del turismo. Le prime due sessioni in particolare hanno esplorato i costi del reinterro, intervento e manutenzione sul patrimonio musivo nell’area del Mediterraneo e nel Regno Unito.
Il programma ha incluso diverse escursioni, con un tour martedì di un’intera giornata nella parte settentrionale dell’isola. Dopo un piacevole giro lungo la splendida costa occidentale siamo arrivati a Bosa, conosciuta per il suo pittoresco paesaggio urbano. Una visita alla colonia fenicia di Tharros, più a sud, è stata seguita da un pranzo in una peschiera, un’antica fattoria di pesce. I delegati hanno poi avuto la possibilità di vedere le sculture nuragiche di Mont’e Prama, recentemente restaurate dal CCA. La giornata si è conclusa con una visita al chiaro di luna al Nuraghe Santu Antine, un’imponente torre megalitica dell’Età del Bronzo.
Da mercoledì in poi la conferenza si è spostata da Sassari alla vicina Alghero, nell’elegante teatro civico.
In tutta la conferenza il tema chiave è stata la documentazione, tema discusso a lungo in numerosi casi di studio e in una sessione dedicata. I relatori hanno presentato strumenti e tecniche utilizzati per la documentazione a vari livelli: dalle piattaforme mobili utili per la registrazione in situ, alle tecniche di analisi e di esame per indagare il riutilizzo delle tessere e le variazioni nella loro produzione nel tempo.
Diverse presentazioni hanno affrontato le questioni legate alle coperture nei siti archeologici, sottolineando la complessità dei requisiti richiesti e la necessità di migliorare la comunicazione tra i conservatori e gli architetti.
l programma MOSAIKON è stato al centro di due interventi, esaminando i risultati di quattro anni di iniziative di formazione in materia di gestione, restauro e documentazione. La conferenza ha visto la partecipazione senza precedenti di un gran numero di delegati provenienti dal Nord Africa e dal Medio Oriente, molti dei quali erano corsisti di MOSAIKON. I relatori siriani, che hanno presentato un nuovo mosaico recuperato da Ain Al Helwa, a Latakia, hanno ricevuto i calorosi ringraziamenti della Comitato per i loro incredibili sforzi in tempi così difficili per la Siria.
L’ultimo giorno sono state presentate da 4 paesi diversi ricerche compiute e sperimentazioni su materiali di supporto alternativi per la riapplicazione dei mosaici staccati. Questo è un punto cruciale per la sostenibilità degli interventi dato l’alto costo e la limitata disponibilità dell’Aerolam, il pannello a nido d’ape in alluminio che è stato ampiamente utilizzato come supporto per l’applicazione dei mosaici negli ultimi decenni. La durabilità e la stabilità a lungo termine dei nuovi materiali di supporto è apparsa una preoccupazione chiave a causa della natura traumatica del processo di riapplicazione. Vari approcci alla presentazione e all’esposizione dei mosaici sono stati esaminati durante la sessione finale.
Nel corso della conferenza, 140 delegati votanti hanno eletto dieci illustri professionisti nel campo della conservazione e dell’archeologia per formare il nuovo Comitato Direttivo dell’ICCM:
Aicha Ben Abed, Direttore della ricerca presso l’INP, Istituto Nazionale del Patrimonio della Tunisia
Evelyn Chantriaux, manager dell’ Atelier de restauration de mosaïques et d’enduits peints de Saint-Romain-en-Gal.
Stefania Chlouveraki, insegnante al Technological Educational Institute di Atene e nuovo Vice-Presidente dell’ ICCM.
Abdallah Komait, archeologo e Direttore dei Laboratori Scientifici e di Conservazione, Directorate General of Antiquities and Museums, Siria.
Alessandro Lugari, restauratore di mosaici e sectilia, Soprintendenza Speciale per i Beni Archaeologici di Roma.
Demetrios Michaelides, Professore Emerito in Archeologia Classica all’Università di Cipro. Presidente del Comitato dal 1996 al 2014, ora Presidente Emerito.
Roberto Nardi, fondatore e direttore del C.C.A., Centro di Conservazione Archeologica. Vice-presidente dal 1989 al 2014, ora Presidente dell’ICCM.
Hicham Rguig, Conservatore nel sito archeologico Chellah, Ministry of Culture, Marocco.
John Stewart, Conservatore al Building Conservation and Research Team all’English Heritage a London, Tesoriere dell’ICCM.
Jeanne Marie Teutonico, Direttore Associato al Getty Conservation Institute.
Nelle sue osservazioni conclusive, il Presidente Onorario Gaël de Guichen ha espresso la speranza che la nuova generazione di conservatori di mosaici formati dai corsi MOSAIKON sarà seguita da molte altre generazioni di professionisti altamente qualificati, che continueranno a utilizzare la conservazione come mezzo eccezionale per preservare e valorizzare il patrimonio culturale.